
IInaugurata questa mattina nel parco dell’isola di San Servolo la scultura “Bubu – negli intrecci del fanciullino”, una scultura tessile realizzata dall’artista Emanuela Giacco.
All’inaugurazione hanno preso parte l’artista, il sindaco della Città metropolitana e l’amministratore unico della San Servolo Servizi Simone Cason.
L’opera entrerà a far parte delle raccolte d’arte contemporanea comunali gestite dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, ed è stata collocata nel compendio verde dell’Isola di San Servolo, in un’area aperta al pubblico ma vigilata, dove già sono esposte altre opere d’arte contemporanea. La scultura è una donazione che l’artista ha fatto al Comune di Venezia che ne ha affidato la sua gestione, conservazione e valorizzazione alla Fondazione Musei Civici di Venezia. La San Servolo Servizi, partecipata della Città metropolitana, la ospiterà nel suo parco, a titolo gratuito, essendo stato identificato come il luogo ideale per la sua collocazione esterna.
L’opera è interamente realizzata in cime nautiche, con struttura in ferro zincato, finitura in resina epossidica e verniciatura acrilica, e presenta dimensioni di grande impatto: 245 cm di larghezza, 240 cm di profondità, 255 cm di altezza per un peso complessivo di circa due tonnellate. La scultura riporta la dicitura “Donazione Emanuela Giacco”, riconoscendo così il gesto generoso dell’artista, che ha scelto di contribuire al patrimonio artistico pubblico della città con un lavoro di forte valore simbolico e materico, pensato per dialogare con gli spazi aperti e l’identità marittima di Venezia.
Il parco di San Servolo è ad oggi uno dei più grandi di Venezia, e parte integrante dell’Isola si caratterizza più che per la forma dei giardini, per la presenza di alcuni alberi molto antichi. Dalla palma delle Canarie, che svetta appena sbarcati in Isola, alle grandi piante di agave americana, dal tiglio europeo al bagolaro “spaccasassi”, dal platano ibrido alla safora dorata, dai grandi pini d’Aleppo, al secolare ulivo e agli alberi di ailanto, alternati a grandi arbusti di pittosporo. Si tratta di un’oasi verde e rilassante “interpretato” da vari artisti contemporanei per la realizzazione di installazioni site-specific. Vi si possono ammirare le sculture permanenti di Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra, Han Meilin, Oliviero Rainaldi, Bořek Šipek, Sandro Chia, Fabrizio Plessi, Gianni Aricò, Umberto Mastroianni, Carin Giudda, Ann Karin Furunes.
“Il messaggio dell’opera è quello della sostenibilità con due simboli come la cima e l’orsetto – ha spiegato Emanuela Giacco -. La cima rappresenta il legame con il creato, materiale di recupero parla della sostenibilità. L’utilizzo della forma dell’orsetto vuole evocare il senso di meraviglia e amore per il creato, un senso di innocenza che ci spinge ad amare il tutto. L’augurio è di ritrovare il bambino che è dentro di noi per poter apprezzare e rispettare il prossimo e la natura. La collocazione nel parco di San Servolo è meravigliosa e per questo ringrazio il sindaco Brugnaro e il Comune di Venezia, la Fondazione Musei Civici e la San Servolo Servizi. È un’isola viva, con un profumo internazionale e quindi sono certa che il suo messaggio verrà raccolto da un pubblico molto vasto”.
Nata all’Aquila, Emanuela Giacco, laureata in ingegneria, si è formata artisticamente a Roma. Oltre che nella Capitale ha esposto le sue creazioni a Palermo, Bruges, Parigi, Porto Rotondo e Firenze. La sua filosofia risponde alle riflessioni di un mondo che si intreccia e continua ad intrecciarsi: qualunque sia il punto di partenza tutto sembra, in questo stadio, manifestarsi in un intreccio di corde.